SENIGALLIA – Si torni a parlare il prima possibile, e discutendone nel merito, di ponte Garibaldi e delle sue implicazioni. Lo sottolinea il Consiglio di Stato. È stata pubblicata oggi l’ordinanza con cui il giudice di secondo grado accoglie di fatto il ricorso presentato da alcune associazioni cittadine contro la sentenza del Tar delle Marche. La prima conseguenza è che la questione del ponte “a brugola”, come soprannominato dai senigalliesi, deve essere discussa dal tribunale amministrativo regionale delle Marche entrando nel merito delle riflessioni sollevate dai ricorrenti.
Ovviamente dopo il primo parere negativo del Tar Marche che aveva lasciato l’amaro in bocca, oggi le associazioni di tutela del patrimonio storico, artistico e ambientale di Senigallia – Italia Nostra, Confluenze e Gruppo Società e Ambiente – esprimono soddisfazione per questo nuovo capitolo nella vicenda relativa all’infrastruttura da costruire ex novo al posto della vecchia demolita a seguito dell’alluvione 2022.
Il Consiglio di Stato – sezione quarta – ha accolto l’appello avverso l’ordinanza del TAR della Marche, avanzato dalle associazioni senigalliesi. In sua riforma, ha ordinato che il TAR medesimo fissi l’udienza pubblica di discussione del ricorso: “i motivi dedotti dalla parte appellante devono essere esaminati nella sede di merito”. E ancora: “Il Collegio ritiene che le esigenze cautelari evidenziate dalla parte appellante, anche in ragione del prospettato pregiudizio e della necessità di pervenire ad un assetto definitivo dei rapporti controversi, siano tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito”.
Ora di fatto si apre una nuova fase in cui il progetto si dovrebbe fermare, in attesa della decisione di merito del Tar marchigiano. Secondo i legali romani delle associazioni, Paolo Pittori e Michela Urbani, la questione passa anche nelle mani del commissario straordinario all’alluvione 2022 Francesco Acquaroli. Gli avvocati si augurano «che il Commissario, con gli evidenti dubbi impliciti circa la legittimità del suo operato espressi dal massimo organo di giustizia amministrativa, non voglia assumersi la responsabilità di dar corso ai lavori prima della decisione di merito del TAR». «E’ evidente infatti che qualora si arrivasse alla realizzazione del Ponte e pervenisse una decisione di accoglimento del TAR, il Ponte stesso diverrebbe un’opera abusiva, come illegittima sarebbe anche la condotta degli organi amministrativi, con ogni conseguenza immaginabile».
Forti di questa nuova svolta alla vicenda, le associazioni rilanciano: «Faremo tutto quanto in nostro potere per fermare un’opera così distruttiva per la città, e auspichiamo che il Commissario apra un vero ed effettivo confronto per scelte trasparenti e partecipate con tutte le parti, che tengano conto degli interessi architettonici, storici, paesaggistici, urbanistici, viabilistici e di sicurezza di Senigallia». L’appello è a sfruttare questo tempo che da oggi di fatto si crea, per studiare un’alternativa a un progetto che ha trovato contrarie oltre 10mila persone, il 25% della popolazione senigalliese.