SENIGALLIA – Pur di fatto non esistendo più, il destino del sottopasso ciclopedonale nell’ambito del complesso residenziale San Sebastiano – una lottizzazione da oltre 40 milioni di euro nei pressi di piazza Diaz – è al centro di un acceso e nuovo dibattito politico a Senigallia.
Inizialmente pensata tra le opere di urbanizzazione per portare al lungomare di levante superando la SS16 e la ferrovia, non è mai stata realizzato, scatenando polemiche tra il consigliere comunale Gennaro Campanile (Amo Senigallia) e la giunta comunale di Senigallia che ne spiega il superamento.
Gennaro Campanile solleva dure critiche sull’operato dell’amministrazione Olivetti. La concessione edilizia del complesso San Sebastiano prevedeva la costruzione del sottopasso come opera di pubblica utilità in sostituzione degli oneri di urbanizzazione. Il complesso è stato completato e venduto da anni, ma del sottopasso non c’è traccia. Secondo il consigliere, la Giunta avrebbe dirottato i fondi destinati al sottopasso verso una “presunta” rotatoria del Ponterosso, un’idea di cui, a suo dire, non esisterebbero né progetti né pareri positivi preliminari. Di fatto un “prestito gratuito” da parte del Comune alla ditta. Il consigliere conclude che i senigalliesi non hanno guadagnato nulla da questa operazione, perdendo un sottopasso o ritrovandosi con una rotatoria inesistente.
La giunta comunale di Senigallia ha voluto replicare alle accuse di Campanile, definendole “strumentali” e “mistificatorie”. L’Amministrazione sostiene che la decisione di sostituire il sottopasso con la rotatoria del Ponterosso è stata formalizzata in modo trasparente attraverso due delibere del 2023. Le motivazioni sono diverse: dal rischio esondazione accertato con inserimento della zona in area R4 dal Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) a differenza invece di quanto previsto nel 2011 all’epoca cioè della formulazione originaria del P.R.U. (Programma di Riqualificazione Urbana).
C’è poi il criterio tecnico-economico: nel tempo sono emerse difficoltà legate al rispetto di nuove normative e adempimenti nei confronti di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che hanno reso il progetto troppo oneroso per la casse comunali che avrebbe reso insufficiente l’onere di urbanizzazione previsto.
Infine il criterio di scarsa utilità pubblica: il sottopasso originario si sarebbe trovato a poca distanza da altri due sottopassi (quello carrabile e pedonale del Ponte Rosso e quello di Via U. Bassi).
La questione però rimane aperta: la giunta ribadisce che il nuovo assetto urbanistico relativo alla rotatoria è in fase di definizione, subordinato a una variante parziale al P.R.U., e che la sua realizzazione è garantita da una polizza fidejussoria integrata ai valori odierni delle opere. Garanzia non presa in considerazione da Campanile. Da qui l’accusa al consigliere ed ex assessore di aver fatto solo una delle “solite sparate”, al contrario della giunta che – conclude – agisce in nome della sicurezza, della sostenibilità economica e di una maggiore utilità per la viabilità cittadina.