Macerata

Storie delle italiane, il prof Severini: «Marche alveo fecondo per prime elettrici, partigiane, politiche, amministratici e salvatrici» 

'Storie delle italiane Dalla fine del Settecento ai giorni nostri 1795-2025' l'ultima fatica dello storico dell’UniMc esplora la condizione femminile negli ultimi 230 anni

"Storia delle italiane" di Marco Severini
Particolare della copertina del libro "Storia delle italiane" di Marco Severini

Ripercorre 230 anni di storia italiana interpretata dalla visuale femminile Storie delle italiane – Dalla fine del Settecento ai giorni nostri 1795-2025 l’ultima fatica dello storico dell’Università di Macerata Marco Severini, edita da 1797 edizioni. Il libro, che esplora la difficile condizione delle italiane nel periodo pre-unitario, risorgimentale e liberale, si chiude con l’analisi del primo quarto di un 21° secolo complesso e in perenne divenire.

Il Professor  Marco Severini
Il professor Marco Severini

Un lavoro importante, quello di Severini (docente di Storia dell’Italia contemporanea e Storia delle Donne presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’UniMc), basato su quindici anni di studi e ricerche sul tema, oltre che su ampio materiale archivistico e documentario.

Il libro sarà presentato in anteprima nazionale mercoledì 7 maggio alla Biblioteca Statale di Macerata (alle ore 15.30) per poi affrontare una serie di presentazioni in tutta Italia, partendo dal Salone Internazionale del Libro di Torino.

C’è una donna marchigiana, tra le diverse di cui racconta, che più di ogni altra ha dato un contributo forte al cambiamento? «Ce ne sono tante e il fatto che una periferia come le Marche abbia costituito un alveo fecondo per le prime votanti (1860) ed elettrici (1906), per partigiane e resistenti, politiche e amministratici, salvatrici e lavoranti delle più diverse categorie, deve indurre a una seria riflessione.

Bisogna, cioè chiedersi perché, visti tutti questi segnali di modernità, in molti comparti le donne – e quindi le stesse marchigiane – vengono sottostimate e sottopagate o continuano ad essere terminali di veti pregiudizi e stereotipi da parte maschile. Torniamo sempre lì, all’accanita resistenza del maschilismo di matrice patriarcale. Che, in ogni caso, non è una realtà destinata a durare nel tempo: può essere contrastata e debellata ma è necessaria quella ampia rivoluzione culturale che auspichiamo da tempo.

Come disse Margherita Hack nel 1969 quando vinse il concorso universitario a Trieste, sbaragliando quindici candidati maschili “l’intelligenza non ha sesso”». 

L’autore nel 2021 ha scritto Fuga per la libertà. Storia di Alda Renzi e di un salvataggio collettivo nel 1943, per Aras edizioni, un libro nel quale ricostruiva la storia della sarta anconetana che viveva accanto alla caserma in cui venivano confinati i soldati. Una vicenda emersa «dopo 78 anni di inspiegabile oblio» racconta, ricostruita da Severini «scovandola in alcuni carteggi presenti in un archivio pubblico nella primavera del 2020» durante l’emergenza Covid-19.
Alda Renzi, aveva escogitato un piano di fuga collettiva per salvare quante più vite possibili. Con l’aiuto delle donne e della gente del posto, correndo terribili rischi, il piano di Alda riesce e, nell’arco di un mese, salva centinaia di soldati da un destino di dolore e di morte. Un libro che racconta la storia di questa donna coraggiosa, di grande umanità, ripetutamente colpita da eventi avversi, ma indomita.

Il Conclave porterà a un nuovo Papa: ci sarà uno spazio maggiore e di responsabilità per le donne nella Chiesa? «Il pontificato bergogliano ha mostrato tutta l’ambiguità sul tema – riflette Severini -. Da una parte il pontefice di natali argentini ha compiuto gesti rilevanti designando alcune figure femminili ad incarichi di rilievo (Simona Brambilla è stata nominata prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, mentre Raffaella Petrini è divenuta  presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e della Pontificia commissione per lo Stato vaticano).

D’altra parte, per la stragrande maggioranza delle donne cattoliche nei dodici anni di pontificato bergogliano non è cambiato nulla, dal momento che proprio come prima esse non possono celebrare una messa né assolvere una persona durante una confessione, né tantomeno diventare sacerdoti, vescovi o cardinali, le figure che gestiscono la Chiesa. Senza contare che ci sono state uscite di Bergoglio, come quelle all’università belga di Lovanio, nel settembre 2024, che hanno sollevato critiche e polemiche per l’evidente visione essenzialista e tradizionalista. Quindi, meglio non attendersi nulla di specifico, auspicando nuove nomine di figure femminili in quei settori da sempre appannaggio di uomini».

Marco Severini nel 1999 ha vinto, per la sezione saggistica, il Premio Nazionale di Cultura “Frontino Montefeltro” con La rete dei notabili (1998). Ha fondato (2011) l’Associazione di Storia Contemporanea, dirige la rivista «Il materiale contemporaneo» e ha all’attivo oltre 900 pubblicazioni vertenti sulla storia politica, culturale e civile dell’Italia contemporanea; è editorialista della rivista nazionale “Democrazia futura”. Ha tenuto conferenze e lezioni in diversi atenei internazionali, tra cui in Francia (2014), Portogallo), Germania (2016, 2021 e 2024), Stati Uniti (2015). Da trent’anni insegna e coordina corsi di storia contemporanea per le Università popolari. Tra le sue recenti monografie: Fuga per la libertà (2021), Public history (2022), Il rivoluzionario (2024). Ha curato l’edizione critica del bestseller mazziniano Dei doveri dell’uomo (2022) e, insieme a Lidia Pupilli, il Dizionario biografico delle donne marchigiane (sei edizioni, 2018-25).

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