Nuova molecola contro l'Hiv, Luca Butini: «Un'ottima notizia»
Jesi-Fabriano

Nuova molecola contro l’Hiv, lo jesino Luca Butini dell’Anlaids: «Un’ottima notizia»

Per L'Anlaids, l'obiettivo è ora rendere il farmaco disponibile anche fuori dagli Usa e nei Paesi in via di sviluppo, come quelli africani, dove l'Aids dilaga

La campagna Anlaids "spegni il virus"

La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato un nuovo farmaco basato sulla molecola lenacapavir,  da iniettare due volte l’anno che impedirebbe la replicazione dell’Hiv all’interno delle cellule, riducendo così del 96% il rischio di trasmissione del virus ad altre persone. Il farmaco, essendo molto più facile da assumere rispetto ai farmaci monodose quotidiani attualmente disponibili, potrebbe contribuire alla fine della diffusione dell’hiv.

Luca Butini

Per lo jesino Luca Butini, presidente nazionale Anlaids Ets (la prima associazione italiana impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto di Hiv e Aids) «è enorme il potenziale impatto della nuova molecola. Potrebbe dare una svolta decisiva alla lotta alla diffusione dell’Hiv su scala globale».

«Un’ottima notizia – ha aggiunto – soprattutto in ambiti di popolazione in cui la compliance al trattamento orale quotidiano o on demand sia scarsa e, dunque, la protezione verso l’infezione meno efficace».

La duplice iniezione preventiva contro l’Hiv rappresenta oggi un passo avanti notevole, tanto che la rivista Science ha nominato il lenacapavir, prodotto da Gilead, “Scoperta dell’anno” del 2024. Si tratta di una profilassi pre-esposizione (PrEP) per ridurre il rischio di Hiv sessualmente acquisito in adulti e adolescenti (di almeno 35 kg di peso). I dati mostrano che circa il 99,9% dei partecipanti che hanno ricevuto la terapia negli studi di Fase 3 Purpose 1 e Purpose 2 è rimasto Hiv negativo.

Innovativo il meccanismo d’azione di lenacapavir rispetto alle altre classi di agenti antivirali attualmente approvate. Mentre la maggior parte degli antivirali agisce su una sola fase della replicazione virale, lenacapavir è progettato per inibire l’Hiv in più fasi del suo ciclo vitale e non presenta resistenza in vitro ad altre classi di farmaci esistenti. Il vantaggio maggiore sta appunto nella facilità di gestione del farmaco: oggi, l’aderenza alle terapie è infatti spesso un aspetto critico data la quotidianità con cui i farmaci Prep devono essere assunti.

Per L’Anlaids, l’obiettivo è ora rendere il farmaco disponibile anche fuori dagli Usa e nei Paesi in via di sviluppo, come quelli africani, dove l’Aids dilaga. Secondo i dati dell’Oms, l’epidemia da Hiv ha causato circa 1,3 milioni di nuovi contagi e contribuito alla morte di 630.000 persone nel mondo nel 2023.

Ma, ancor prima dei farmaci, è la prevenzione il primo strumento per far sì che l’HIV smetta di essere una minaccia per la salute globale. Lo spiega sempre Luca Butini: «Zero nuove infezioni da HIV, zero morti HIV-correlate, zero discriminazioni legate ad HIV. Obiettivi raggiungibili entro il 2030, cosicché l’HIV smetta di essere una minaccia per la salute globale. Ci possiamo riuscire, ma c’è bisogno di tutti. Solo così il virus può essere davvero “spento”».

«Fare un test HIV–prosegue Butini-significa imparare come prevenire HIV e le altre infezioni sessualmente trasmissibili. Significa riflettere sul nostro comportamento sessuale, sul rispetto che abbiamo per noi stessi e per le persone che amiamo. Significa, se il test risultasse positivo, salvare la nostra vita grazie alla terapia e, sempre grazie alla terapia, salvare dal contagio le persone con cui abbiamo rapporti sessuali. Significa, se il test si confermasse negativo, poter valutare se entrare in un percorso di PrEP, prevenzione farmacologica dell’infezione. Significa, in tutti i casi, mettersi in discussione e scegliere di agire per contrastare l’ostacolo strisciante oggi più insidioso per la lotta all’AIDS, la discriminazione».

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