ANCONA – Un triathlon pazzesco, quasi 450 km tra nuoto, bici e corsa, da Ancona a Numana e poi fino a Valdagno, in provincia di Vicenza, per parlare di fibrosi cistica e raccogliere fondi a supporto dei pazienti marchigiani. A cimentarsi per la seconda volta nell’impresa è Fabio Guiotto, veneto di Valdagno, titolare del bar Bàgolo ad Ancona, residente ad Ancona e sposato con Raffaella Piazzini, l’altra anima di questa impresa. L’evento – Special Triathlon per la fibrosi cistica 2025 – tra sport, musica e solidarietà è stato presentato stamattina 13 giugno in Comune ad Ancona, ma i Comuni interessati, quelli di cui Fabio porta il logo sulla maglia, sono anche quelli di Numana e di Valdagno, città di origine del protagonista di questa sfida-monstre. Oggi al porto di Numana pre-evento su informazione e solidarietà, con la musica della West River Band e un’offerta di street food e di bevande. Domani, sabato 14 giugno, alle 5 la partenza dalla spiaggia del Passetto, dove Fabio entrerà in acqua per nuotare fino alla spiaggiola di Numana, circa 15 km per sette ore di sfida estenuante. A mezzogiorno circa, dunque, l’arrivo previsto a Numana, dove il protagonista salirà sulla sua bici da triathlon per percorrere i circa 420 km che lo separano da Valdagno, pedalando anche di notte. Infine la tappa di corsa da Valdagno alla località Cerealto, altri 12 km di corsa con dislivello di 500 metri, dove lo attenderà una festa con musica dal vivo e stand gastronomici.
Un’impresa titanica, presentata stamattina in Comune dall’assessore Manuela Caucci: «Un evento molto importante per sensibilizzare e far conoscere le difficoltà e tutto quello che comporta avere in famiglia una persona con una malattia come la fibrosi cistica. Per comunicare, per sostenere la ricerca: bellissima idea, quella del triathlon di Fabio, per cercare di raccogliere fondi, la ricerca è fondamentale, ben venga che se ne parli per tenere alta l’attenzione». Presente anche il vicesindaco di Numana, Gabriele Calducci: «Abbiamo abbracciato la famiglia Guiotto, e coinvolgere Ancona quest’anno è ancora più piacevole. Lo sport va a braccetto con il turismo e con la solidarietà e in questo modo faremo conoscere i nostri meravigliosi posti a tante persone».
Toccante il racconto di Fabio e Raffaella: «Sono emozionato, quest’anno ero un po’ titubante, la scorsa edizione mi aveva sfiancato, poi sono titolare di un’attività, è difficile allenarsi e mandare avanti tutto, anche se devo ringraziare i miei collaboratori – racconta Fabio Guiotto –. Avevo detto che forse avrei mollato, poi ho sentito Alessandro Gattafoni che sarà la mia guida in mare, anche lui affetto da fibrosi cistica, e mi diceva che no, non potevamo mollare. Queste parole mi hanno fatto scattare dentro l’energia, mi sono detto che se non mollava lui, ammalato, non avrei potuto farlo nemmeno io. E così abbiamo dato vita a questo evento. Mi butterò in acqua dal Passetto, se la corrente è favorevole dovrei metterci circa sette ore, a mezzogiorno dovrei essere fuori, 15 chilometri sono tanti per un nuotatore, ma Alessandro sarà con me, sulla barca della Marina che mi seguirà e mi proteggerà. Poi i 420 km in bici con tappa notturna, con meccanici e un paio di moto al seguito che mi assisteranno. Alle 16 circa di domenica dovrei arrivare a Valdagno, dove cambierò le scarpe per correre gli ultimi chilometri. Sono legatissimo ad Ancona, non solo perché adesso è la mia vita, ma perché su questa costa, nel ‘43, i pescatori salvarono mio nonno in fuga dalla Jugoslavia su una barca a remi. Gli allenamenti? Prima di tutto devi avere una moglie come Raffaella che ti sostiene. Molto di tutto questo è merito suo».
«L’attività della Lega Italiana Fibrosi Cistica – spiega Raffaella Piazzini, moglie di Fabio e vicepresidente Lifc Marche – è dedicata a supportare i pazienti, soprattutto quelli marchigiani, ma siamo collegati al resto d’Italia, per l’evento sarà presente anche il presidente nazionale. Spesso i volontari sono pazienti, nel nostro caso caregiver di un figlio con fibrosi cistica, l’obiettivo è far conoscere la malattia. Ora l’aspettativa di vita s’è alzata molto, ma è ancora una malattia molto impattante sulla vita dei pazienti. Lo scorso anno con lo Special Triathlon abbiamo raccolto circa 15mila euro».