Bankitalia: nelle Marche crescita debole
Ancona-Osimo

Bankitalia: nelle Marche crescita debole, tengono costruzioni e servizi. Crescono reddito famiglie e potere d’acquisto

Pesano l'incertezza geopolitica internazionale, i dazi e la flessione dell'export. Ad Ancona presentato il Rapporto annuale sull’economia delle Marche

La presentazione del Rapporto Bankitalia ad Ancona

ANCONA – «Le nostre stime indicano che l’attività economica è cresciuta dello 0,4%, un po’ meno che nel resto del Paese e in linea con l’andamento dell’anno scorso». Lo ha detto Alfredo Bardozzetti, responsabile dell’Ufficio analisi di Banca d’Italia, parlando a margine della presentazione del Rapporto annuale sull’economia delle Marche che si è svolto oggi 24 giugno ad Ancona, presso l’Auditorium Orfeo Tamburi della Mole Vanvitelliana. «Per l’economia delle Marche si conferma una fase nel complesso abbastanza difficile» ha spiegato, delineando «ancora un calo dell’attività industriale» mentre «tengono abbastanza bene il settore dei servizi e le costruzioni». A pesare sono l’incertezza internazionale legata ai conflitti e ai dazi, ma anche la flessione dell’export.

Dalle stime di Bankitalia «i redditi delle famiglie sono tornati a crescere come anche il potere di acquisto» anche se «i consumi sono ancora molto deboli». Guardando alle prospettive per la rimanente parte dell’anno «lasciano pensare che ci possano essere dei miglioramenti, salvo la grande sorpresa geopolitica degli ultimi giorni con un ritorno dell’incertezza». Il riferimento è al conflitto Israele Iran, che aggrava la crisi in Medio Oriente, ma anche «al tema dei dazi che abbiamo già conosciuto nelle settimane precedenti» elementi che rappresentano «un grave ostacolo» che pesa «sulle prospettive dell’economia regionale».

Sull’impatto del quadro internazionale nell’economia marchigiana, Bardozzetti ha spiegato che da un sondaggio condotto da Bankitalia sugli imprenditori «emerge chiaramente come l’incertezza geopolitica è un fattore rilevante in questa fase». Il quadro, ha aggiunto «è molto complesso e pieno di incognite, questo non è un contesto favorevole per gli investimenti. Il mercato statunitense è tutt’ora un mercato di sbocco rilevante per una parte significativa dell’industria marchigiana, quindi si guarda con grande attenzione allo sviluppo del tema sui dazi». Secondo il rapporto di Banca d’Italia la debolezza si è attenuata nell’ultima parte del 2024, mentre da stime emergono segnali di miglioramento dell’indicatore nei primi mesi del 2025.

Nell’industria, il calo del fatturato ha interessato sia le aziende più piccole sia quelle di maggiori dimensioni ed è stato particolarmente diffuso tra quelle più orientate ai mercati esteri, per la flessione delle esportazioni. Il contesto segnato da più elementi di incertezza ha scoraggiato gli investimenti: i piani di spesa per il 2024, già mediamente inferiori ai livelli del 2023, sono stati ulteriormente rivisti al ribasso in corso d’anno. A crescere è il settore delle costruzioni, anche se in misura minore rispetto al 2023, per l’attuazione della ricostruzione e degli interventi del Pnrr. Dal rapporto emerge anche che il terziario ha tenuto e che le presenze turistiche sono rimaste su livelli elevati nel confronto storico, grazie alla marcata crescita dei visitatori stranieri.

Nel corso del 2024 il reddito disponibile a prezzi correnti delle famiglie marchigiane è aumentato del +2,5% rispetto all’anno precedente, grazie alla ripresa delle retribuzioni e del lieve incremento dell’occupazione. Contemporaneamente, il potere di acquisto è cresciuto del +1,1% in termini reali, lievemente meno della media italiana, beneficiando anche della dinamica contenuta dei prezzi al consumo, oltre che dell’espansione del reddito nominale.

La dinamica dei consumi nelle Marche è stata positiva, secondo Bankitalia, ma molto debole e inferiore a quella pur moderata osservata in Italia, evidenziando così un rallentamento rispetto al 2023, anno in cui si era completato il recupero del livello dei consumi pre-pandemia da parte delle famiglie marchigiane. I mutui per l’acquisto di abitazioni sono tornati a crescere, sostenuti anche dalla riduzione del costo dei finanziamenti, e il credito al consumo erogato da banche e società finanziarie ha accelerato, trainato dai prestiti personali.

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