Ondate di calore in successione. «Più eventi estremi e più forti»
Ancona-Osimo

Ondate di calore in successione, il prof di Univpm: «L’anticiclone africano si è spostato sull’Europa. Più eventi estremi e più forti»

Il caldo africano tiene sotto scacco il Mediterraneo. Facciamo il punto con l'esperto su una estate già con temperature record

Estate caldo, sole (Foto di Christo Anestev da Pixabay)

L’Italia è ormai da oltre due settimane sotto la morsa del caldo africano, con temperature sopra le medie, più caratteristiche di fine luglio, che di inizio. Negli ultimi giorni per la maggioranza delle città italiane scatta regolarmente il bollino rosso in base ai bollettini per le ondate di calore del Ministero della Salute. Ma ad essere rovente non è solo l’aria: le ondate di calore interessano anche il mare.

Facciamo il punto con i professor Giorgio Passerini, esporto in Fisica Tecnica Ambientale dell’Univpm.

Professor Giorgio Passerini che sta succedendo?

«Da un po’ di tempo l’anticiclone africano si è espanso su tutta l’Europa» e ormai «non possiamo più dire che sta salendo verso l’Europa, ma piuttosto che si sta proprio spostando» verso il vecchio continente. Secondo l’esperto dell’Università Politecnica delle Marche quella «sorta di linea di demarcazione tra l’Europa e l’Africa sahariana sembrerebbe secondo alcuni modelli previsionali che si sta spostando verso l’alto. Questo si traduce in fenomeni più persistenti, di lunga durata».

L’esperto fa notare che essendo vicini al solstizio d’estate (21 giugno) «siamo nel periodo in cui riceviamo più ore di sole e in perpendicolare. Questo si traduce in condizioni di forte e continuo irraggiamento perché la copertura nuvolosa è praticamente nulla ormai da settimane: si può dire che molta dell’energia del sole giunge al suolo e lo surriscalda, così come surriscalda il mare che trattiene questo calore. Se fino ai primi di giugno le temperature dell’acqua erano abbastanza basse, hanno improvvisamente cominciato a salite e adesso stiamo già sui ventotto gradi. Probabilmente se questa situazione continuerà arriveremo a temperature superficiali al di sopra dei trenta gradi nel giro di una o due settimane».

Il caldo fa paura anche per il rischio di fenomeni estremi. Qual è il legame tra ondate di calore ed eventi meteorologici estremi come ad esempio inondazioni o siccità?

«Sappiamo che il ‘motore’ dell’atmosfera è il calore il quale poi genera differenze di pressione che a loro volta causano venti e, in parte, anche altri fenomeni estremi. Ad esempio quando utilizziamo una macchina con motore ‘tradizionale’ questo produce calore bruciando benzina o gasolio: di questo calore il 20-25% viene trasformato in energia meccanica che spinge l’auto. Ecco l’atmosfera trasforma tutto il calore in energia meccanica, ossia in vento e ed eventi estremi. Questo significa che se c’è una quantità di energia maggiore, nel nostro caso il calore, l’atmosfera può attingere a questo calore e trasformarlo in eventi estremi che possono provocare precipitazioni intense».

Questo calore, prosegue il docente di Fisica Tecnica Ambientale dell’Univpm, si può trasformare in altre forme di energia, come «venti verticali che poi provocano grandine, e i cosiddetti downburst, cioè venti improvvisi che a volte chiamiamo trombe d’aria, uragani, ma che in realtà sono un vento verticale fortissimo verso il basso. All’aumentare della quantità di energia in forma di calore in atmosfera, è risaputo che aumenteranno questi fenomeni, che peraltro sono sempre esistiti, come la grandine e i cosiddetti temporali di calore».

Giugno ha battuto diversi record, ma in alcune zone del Nord Italia si sono abbattuti fenomeni estremi che hanno causato un morto (a Bardonecchia) e danni ingenti (a Cogne). Se questo è l’inizio cosa dobbiamo attenderci per il resto dell’estate?

«Con l’aumentare del caldo ci saranno sempre più fenomeni come quelli che sono accaduti al Nord Italia, peraltro c’è un’allerta meteo anche per il centro Italia per i prossimi giorni, nonostante il caldo e l’apparente stabilità, perché appunto nelle zone montuose ci può essere un’interazione forte di questa bolla di calore con i venti di caduta e risalita, che possono provocare temporali locali, ma anche abbastanza estesi, come quelli che ci sono stati in Piemonte e in parte in Lombardia. Gli eventi che prima consideravamo estremi, diventeranno più frequenti e più forti, tutto quello che noi consideravamo estremo fino a 10 anni fa, continuerà ad essere estremo, ma meno raro e ancora più forte».

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